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O.C.M.C.T. Pietas Pelicani - Ordine Civile e Militare dei Cavalieri del Tempio Pietà del Pellicano

PIETAS PELICANI

Seguendo gli ultimi ordini del Gran Maestro Jacques de Molay, un gruppo di templari, composto da sette iniziati ai segreti dell'Ordine (i cavalieri Gaston de la Pierre Phoebus, Guidon de Montanor, Gentili da Foligno, Henri de Montfort, Luis de Grimoard, Pierre Yorick de Rivault, Cesar Minvielle) con altri quindici cavalieri, raggiunsero l'isola di Mull, in Scozia, dove erano attesi da altri confratelli.

Il quell'isola, il 25 giugno 1313, il Cav. D'Aumont venne nominato dall'assemblea Reggente del Gran Maestro.

Il templare Guy de Montanor, dottore in alchimia, 7° grado della gerarchia iniziatica e discepolo del Gran Maestro, nel segno della fratellanza, fondò con altri iniziati la Chiesa emplare, al fine di perpetuare gli insegnamenti loro trasmessi.

Il loro emblema era un Pellicano sormontato da un cappello cardinalizio, con al di sotto sei ghiande con il motto: "Diumsibicaeteris" (Gioia per gli altri).

Nel 1648 Sua Eminenza Reverendissima Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, onnipotente Ministro di Francia come il suo predecessore Richelieu, costituisce la Pietas Pelicani, una struttura erede della spiritualità e delle tradizioni dei Cavalieri Templari, con il compito di salvaguardare la fede e il perfezionamento cristiano dei Cavalieri.

Il tutto mirava alla difesa della priorità del sacro sul profano, di fronte alla volgarizzazione della religione nel mondo cattolico e alla mondanizzazione della Chiesa. Mazzarino condusse la Pietas Pelicani "segretamente", affidandone in seguito la conduzione alla nipote, la Nobile Donna Olimpia Mancini, che fu la preferita del Re di Francia Luigi XIV, il Re Sole.

Olimpia e il Re non si sposarono solo per il volere contrario del Cardinale che, per ragioni di Stato, preferì spezzare quell'amore facendo sposare a Luigi XIV Maria Teresa d'Austria. Olimpia andò successivamente in sposa al Principe Eugenio di Savoia-Carignano Conte di Saisson ed ella, alla morte di questi, creò presso palazzo Soisson una corte, dove ebbero inizio i contatti e i rapporti degli appartenenti alla Pietas Pelicani con vari movimenti illuminati, che si protrassero in ogni tempo; il più pregnante legame du quello con i Rosa Croce, con i quali condivisero il pensiero illuminante nella propria universale visione della cristologia, avendo scambi culturali con vari popoli di diverse confessioni religiose.

Tutti questi scambi, mantenuti sempre nel pieno rispetto delle singole libertà, sono serviti per ampliare, divulgare e rafforzare la granitica fede nella Cristianità Universale.

La Struttura visse sempre segretamente e si espanse in modo particolare in Francia, nella Savoia e in Italia, divenendo successivamente patrimonio dinastico ereditario dei Mancini Marchesi di Ausignano, il cui ultimo discendente, Sua Beatitudine il Patriarca Vescovo Mons. Adeodato Leopoldo Mancini, l'ha resa autentico veicolo di testimonianza della fede e dello spirito cristiano nel nostro tempo, a sostegno delle opere di carità in favore dei fratelli bisognosi, confermandone la sua natura cavalleresca, iniziatica e simbolica, ma soprattutto la Tradizione Rosacrociana, sotto la fondamentale regola di "Essere e Non Apparire", così come voluta in origine dal Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino.

Grande iniziato, mistico e asceta, Sua Beatitudine Adeodato Leopoldo Mancini conosceva bene il significato dei simboli e dei numeri (di questi prediligeva il 3, il 4 e il 7) e come sigillo scelse un esemplare molto significativo: il Pellicano con tre piccoli nel nido, cinto da un serpente, dove il Serpente è la Vita stessa, è lo slancio che dal basso si innalza verso l'alto, emergendo dall'oscurità verso la Luce, dalle tenebre dell'ignoranza al lume della Conoscenza.

A riprova delle motivazioni e intenzioni, nel motto lancia un monito che recita:

 

"Potius Mori Quam Foedari"

(Meglio morire che essere disonorato)

Sotto questo sigillo la Pietas Pelicani raggruppa 99 Ordini Cavallereschi, operanti con i relativi Magisteri in tutto il mondo.

 

 

 

PERCHE' PROPRIO IL PELLICANO?

Anticamente questo volatile è stato scelto quale simbologia iconografica del Cristo, creando quella similitudine del versamento del sangue, sgorgante da una ferita sul costato, per la "rinascita/purificazione" dei propri "figli". Già all'inizio del secondo secolo i vasai di Cartagine ponevano la sua immagine tra gli emblemi del Redentore, ornando con la sua effige le lampade dei cristiani. Gli antichi alchimisti hanno considerato il Pellicano nel suo significato di purificazione integrale, quando hanno designato con il nome Sangue di Pellicano lo stato degli elementi destinati alla Grande Opera, dopo aver subito il processo di un'iniziale purificazione. Ma torniamo all'iconografia. Quella cattolica prevedeva la raffigurazione del Pellicano intento a trafiggersi il petto sul lato destro, in assonanza alla visione di Ezechiele da tutti ricondotta alla trafittura di lancia sul costato. Seguendo gli ultimi ordini del Gran Maestro Jacques de Molay, un gruppo di templari, composto da sette iniziati ai segreti dell'Ordine (i cavalieri Gaston de la Pierre Phoebus, Guidon de Montanor, Gentili da Foligno, Henri de Montfort, Luis de Grimoard, Pierre Yorick de Rivault, Cesar Minvielle) con altri quindici cavalieri, raggiunsero l'isola di Mull, in Scozia, dove erano attesi da altri confratelli. Il quell'isola, il 25 giugno 1313, il Cav. D'Aumont venne nominato dall'assemblea Reggente del Gran Maestro. Il templare Guy de Montanor, dottore in alchimia, 7° grado della gerarchia iniziatica e discepolo del Gran Maestro, nel segno della fratellanza, fondò con altri iniziati la Chiesa emplare, al fine di perpetuare gli insegnamenti loro trasmessi. Il loro emblema era un Pellicano sormontato da un cappello cardinalizio, con al di sotto sei ghiande con il motto: "Diumsibicaeteris" (Gioia per gli altri). Nel 1648 Sua Eminenza Reverendissima Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, onnipotente Ministro di Francia come il suo predecessore Richelieu, costituisce la Pietas Pelicani, una struttura erede della spiritualità e delle tradizioni dei Cavalieri Templari, con il compito di salvaguardare la fede e il perfezionamento cristiano dei Cavalieri. Il tutto mirava alla difesa della priorità del sacro sul profano, di fronte alla volgarizzazione della religione nel mondo cattolico e alla mondanizzazione della Chiesa. Mazzarino condusse la Pietas Pelicani "segretamente", affidandone in seguito la conduzione alla nipote, la Nobile Donna Olimpia Mancini, che fu la preferita del Re di Francia Luigi XIV, il Re Sole. Olimpia e il Re non si sposarono solo per il volere contrario del Cardinale che, per ragioni di Stato, preferì spezzare quell'amore facendo sposare a Luigi XIV Maria Teresa d'Austria. Olimpia andò successivamente in sposa al Principe Eugenio di Savoia-Carignano Conte di Saisson ed ella, alla morte di questi, creò presso palazzo Soisson una corte, dove ebbero inizio i contatti e i rapporti degli appartenenti alla Pietas Pelicani con vari movimenti illuminati, che si protrassero in ogni tempo; il più pregnante legame du quello con i Rosa Croce, con i quali condivisero il pensiero illuminante nella propria universale visione della cristologia, avendo scambi culturali con vari popoli di diverse confessioni religiose. Tutti questi scambi, mantenuti sempre nel pieno rispetto delle singole libertà, sono serviti per ampliare, divulgare e rafforzare la granitica fede nella Cristianità Universale. La Struttura visse sempre segretamente e si espanse in modo particolare in Francia, nella Savoia e in Italia, divenendo successivamente patrimonio dinastico ereditario dei Mancini Marchesi di Ausignano, il cui ultimo discendente, Sua Beatitudine il Patriarca Vescovo Mons. Adeodato Leopoldo Mancini, l'ha resa autentico veicolo di testimonianza della fede e dello spirito cristiano nel nostro tempo, a sostegno delle opere di carità in favore dei fratelli bisognosi, confermandone la sua natura cavalleresca, iniziatica e simbolica, ma soprattutto la Tradizione Rosacrociana, sotto la fondamentale regola di "Essere e Non Apparire", così come voluta in origine dal Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino. Grande iniziato, mistico e asceta, Sua Beatitudine Adeodato Leopoldo Mancini conosceva bene il significato dei simboli e dei numeri (di questi prediligeva il 3, il 4 e il 7) e come sigillo scelse un esemplare molto significativo: il Pellicano con tre piccoli nel nido, cinto da un serpente, dove il Serpente è la Vita stessa, è lo slancio che dal basso si innalza verso l'alto, emergendo dall'oscurità verso la Luce, dalle tenebre dell'ignoranza al lume della Conoscenza. A riprova delle motivazioni e intenzioni, nel motto lancia un monito che recita: “Il sentimento che l'uomo sopporta più con maggior fatica è la pietà, soprattutto quando la merita. L'odio è un tonico, fa vivere, ispira vendetta; ma la pietà uccide, indebolisce ulteriormente la nostra debolezza.” [Honoré de Balzac]

 

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